Tecnica operatoria: La mammella amputata viene ricostruita con l’aiuto dell’impianto di silicone o col proprio tessuto. L’applicazione dell’impianto e’ la maniera piu’ facile, pero’ vista la mancanza della cute, essa sempre viene espanta in primo atto con l’uso dell’espansore tessutale oppure subito viene inserita la protesi espansore Becker che e’ permanente. Durante un paio di settimane seguenti la paziente va dal medico ogni 5 giorni che, attraverso un posto speciale sulla pelle, le inserisce della soluzione fisiologica. L’impianto si riempie fino al volume voluto. L’applicazione del proprio tessuto addominale o del dorso e’ molto diffusa in quanto alla ricostruzione del seno.
La medicazione moderna delle malattie maligne oggi comprende anche la ricostruzione primaria (al paziente subito dopo l’amputazione viene compensata la mammella persa).
Qalche mese dopo l’intervento si puo’ eseguire anche la ricostruzione del capezzolo con la cute delle labbra vaginali, con la parte del capezzolo della mammella sana oppure col tatuaggio, nonche’ una aggiuntiva correzione perche’ si ottenga la simmetria con l’altra mammella (riduzione e sollevamento dell’altra mammella).
Durata del procedimento ed anestesia: Tutte e due le tecniche vengono eseguite in anestesia generale. Una dura 1–1,5 ora circa, l’altra e’ piu’ lunga.
Convalescenza: Breve nel caso dell’inserimento della protesi -espansore, pero’ si deve andare in clinica per qualche settimana per l’aumento graduale del volume. In quanto alla ricostruzione col proprio tessuto, cioe’ con i cutanei segmenti muscolari,la convalescenza e’ molto piu’ lunga perche’ si tratta d’un intervento esigente.
Complicazioni rare: Gonfiore, comparsa del siero che viene drenato a lungo, lieve asimmetria delle mammelle e nel caso della ricostruzione col tessuto del ventre e’ possibile la comparsa dell’ernia addominale.
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